21 Novembre 2024
La nostra storia
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La nostra storia

ASD BOVES MDG

L´ASD Boves MDG è stata fondata nel Luglio 2009 dalla fusione delle ex società sportive Asd Boves e l´AS Madonna delle Grazie di Cuneo.
Ad oggi la società annovera uno staff tecnico dirigenziale di circa 35 persone che su 4 impianti sportivi condivide la passione sportiva per il calcio con circa 350 ragazzi e le loro famiglie.

BOVES FOOTBALL STORY

Il calcio bovesano nasce all´inizio degli anni Cinquanta. In quegli anni Boves era un paese uscito a pezzi dalla Seconda Guerra Mondiale, martirizzato dalla follia nazifascista. La vita era scandita dal lavoro ma erano in molti a sentire forte il desiderio di partecipazione e di aggregaziione che la guerra si era portata via insieme ai tanti giovani che persero la vita sui vari fronti e nel paese.

Dopo la nascita della Famija Bovesana, prima vera istituzione aggregativa, il football fu uno dei primi sport a catalizzare l´interesse dei giovani, probabilmente ispirati dal mito del Grande Torino. Tre periodi hanno caratterizzato l´epopea del calcio bovesano. I primi "pionieri" che fecero da apripista furono Aldo Dalmasso (Aldo du Ciar) primo presidente, insieme ad Elio Brignone, vicepresidente, ed il segretario Attilio Giroldo. All´inizio degli Anni Cinquanta fondarono la ROBUR, la prima società calcistica. Il gioco del calcio a Boves era ancora qualcosa di molto distante da quel fenomeno sociale che avrebbe caratterizzato gli anni a venire, a maggior ragione in una società contadina che, basava il proprio divertimento sul gioco del "balon", la palla a pugno.

I primi calci vennero tirati in piazza del Littorio (piazza Caduti), chiamata così per molti anni ancora. Si giocava nei pomeriggi domenicali che seguivano al Vespro, momento al quale i giovani bovesani non potevano mancare. L´entusiasmo di quelle prime esibizioni spinse i "pionieri" a voler un campo di calcio vero. Fu così che decisero di chiedere un aiuto al Comune, ma non trovarono nel palazzo nessuna "sponda" disposta ad aiutarli nel loro intento. Non si persero d´animo e decisero di rimboccarsi le maniche e grazie alla fantasia ed all´intraprendenza, riuscirono ad affittare un terreno "sotto la Badina", nei prati che si trovavano sotto l´attuale stabilimento di Ansaldi.

Per reperire il denaro necessario i tre dirigenti organizzarono tornei di boxe ed anche un banco di beneficenza, oltre ad una vera propria "questua" fra i commercianti dell´epoca. Nel primo "progetto Robur" fu coinvolto anche Michel, l´amico del calcio bovesano poliomelitico che ancora oggi continua a seguire al campo le partite casalinghe della nostra squadra. Con una parte di quel denaro fu acquistata la sua prima bicicletta a tre ruote con la pedavella manuale, che gli permetteva di spostarsi più agevolmente. Finalmente nacque la prima vera squadra che iniziò a giocare con le compagini dei paesi limitrofi. Di quella squadra, ricordiamo alcuni dei protagonisti (chiedendo venia se ne omettiamo altri).

Oltre ai tre dirigenti, facevano anche parte giocatori come i fratelli Carlo e Pierino Satta, il portiere Viviani (al quale subentrarono Mario Marini e Beppe Beraudo) Beppe Ambrosoli, l´attaccante Ballabio, Riccioli (cuneese originario di Boves), Psicolich (che giocava con un solo polmone), Orgolesu (soprannominato "Bomba"), Giovanni Preti (fratello del celebre luminare di odontoiatria), Domenico e Nane Lazzari, quest´ultimo ottimo stopper che in seguito andò a giocare per la Cuneese. Alcuni dei protagonisti di allora ricordano epiche sfide contro il Chiusa Pesio, Peveragno, Borgo San Dalmazzo, Demonte e Dronero. La prima trasferta fu organizzata utilizzando un camion di un commerciante di legname, il signor Viale. Successivamente fu invece "Gino ed l´Asu" a mettere a disposizione il suo camion (che durante la settimana fungeva da mezzo per trasporto bestiame). Il camion veniva attrezzato con panche e serviva anche da spogliatoio. Erano anni particolari, dove era semplice acceìndere la scintilla dell´entusiasmo trascinando decine di giovani ed i loro amici. Il calcio diventava un momento "magico" nel quale in palio c´era qualcosa di più che una partita. Era un modo per dimostrare sul campo la propria forza, che era quella di un intero paese.

Di volta in volta, per rinforzare la squadra venivano "ingaggiati" anche i giovani militari della Caserma degli Alpini. I soldi erano decisamente pochi ed in cambio del loro contributo veniva offerta la possibilità di frequentare giovani bellezze bovesane; calcio e... amore servivano ad allietare la vita dei giovani. Non era ancora il tempo delle "veline e campioni" ma Boves in qualche modo aveva anticipato i tempi con i giovani che dopo un dribbling ed un goal, riuscivano a fare breccia nei cuori delle bovesane. Purtroppo quella bella avventura si interruppe quando, durante una delle tante partite, in campo scoppio un putiferio e Giovanni Preti colpì in modo violento con un pugno l´arbitro e la squadra venne squalificata ed insieme a lei anche il terreno di gioco. Vani furono i tentativi di far riammettere la squadra. I bovesani furono anche costretti a pagare delle multe per quel gesto sconsiderato e la squadra scomparve.

Terminata l´era della ROBUR la voglia di calcio rimase e nella seconda metà degli Anni Cinquanta nacque la VIRTUS. La neonata società aveva una dimensione "parrocchiale" . Si trattava per lo più di giocatori legati al mondo del Circolo "San Tommaso" che si sfidavano a livello locale. Venivano organizzate delle partite che mettevano di fronte la squadra del capoluogo a quelle delle frazioni di Mellana, San Mauro, Rivoira e Fontanelle. La curiosità di questo torneo consisteva nel fatto che si disputava soltanto in estate, dopo la mietitura del grano ed i campi erano proprio quelli dove veniva piantato "l´oro giallo". E dalle "stoppie" del grano il primo terreno di gioco della Virtus diventò quello vicino alle "casermette", lungo il fiume gesso a Fontanelle.

Cresceva sempre più la voglia di calcio e questa dimensione "paesana" iniziò a stare un po´... stretta ai bovesani che si organizzarono per arrivare a sfidare nuovamente avversari dei Comuni vicini ed iscrissero una squadra ad un regolare campionato di CSI.
Iniziarono così nuove sfide con il Peveragno, il Busca, il Morozzo, il Villanova, il San Rocco, il Madonna dell´Olmo e il Chiusa Pesio. Proprio a Chiusa Pesio i bovesani furono invitati ad inaugurare il campo.
In quell´occasione scesero in campo Angelo Dalmasso (Pulinaro), Beppe Cavallo (alimentari di Piazza Italia), Geppino Pellegrino (cagliè), Italo Botta (figlio dell´autista della corriera), Ettore Borsi (figlio del maresciallo dei carabinieri), Antonio Dutto (figlio di Dunà di Brigne), Eligio Baudino (fratello di Romano ex giornalaio), Dario Gardini, Pierluigi Riba, Michelino Gastinell (du Ruma), Eligio Baudino e Gino Baudino (il pittore) Uno dei dirigenti era Nino Delerba ed in quella squadra militavano fra gli altri Rino Pellegrino, Dino Cerutti (divenuto negli anni Settanta Vicesindaco e probabilmente il primo vero assessore allo sport), Vittorino Pellegrino, Carlo e Beppe Dutto, Dario Baudino, Dario Gardini. L´allenatore era tale Polito (impiegato dell´amministrazione militare al Distretto) al quale subentrò Pino Cavallo.

La prima squadra giovanile fu fondata nel 1960-61 ed era allenata da Eligio Baudino, fresco insegnante ISEF. Il periodo del campionato CSI durò ancora per qualche tempo, con una organizzazione che andava via via migliorando. Nelle squadre che seguirono fecero parte giocatori come i fratelli Franco e Adriano Giordano (Cascina Veja), Giancarlo Perrone (figlio di Vigi d´Italia), Giuseppe Giraudo (il fenomenale "Zir"), Alberto Capello, Eliano Dutto, Vanni Mignone, Carlo e Tino Dutto, Renato Baudino, Eraldo Pesce, Mario Enrici e lo stesso Eligio Baudino.

Con questi giocatori si diede il via a quella che possiamo definire la terza epoca del calcio bovesano, quella che entrò definitivamente a far parte dei campionati della F.I.G.C. con la prima squadra iscritta al campionato di Terza Categoria. Era il 1968-69 quando la passione di Mario Enrici (un vero e proprio factotum che tagliava l´erba, tirava le righe con la calce, oltre a fungere da vice allenatore) e di Elso Satta, spinse la nuova associazione a cercare di recuperare alcuni fra i migliori giocatori bovesani che in quel tempo avevano trovato posto in squadre della provincia. La necessità di avere un nuovo campo di calcio era diventata ormai imprescindibile e sul finire di quegli anni Sessanta anche il Comune aveva iniziato a considerare il gioco del football un qualcosa di indispensabile per il divertimento dei giovani. Si fece strada una mentalità.... sportiva. Fu individuato nel terreno fino ad allora utilizzato per il "tiro al piattello" un sito ideale per il nuovo campo di calcio.

Da quel momento iniziò la storia dell´impianto sportivo, tutt´ora sede delle partite di calcio. Il terreno fu messo a disposizione dal Comune, insieme ad un contributo economico e la disponibilità di due operai municipali che lavorarono per realizzare la recinzione. Dirigenti e giocatori, la domenica mattina, prima di scendere in campo si attivarono per "bonificare" il campo dalle pietre (ed erano veramente molte) Il nuovo impianto prese forma con la costruzione dei primi spogliatoi, per i quali lo stesso Mario Enrici recuperò gli infissi da un altro edificio in disuso "costringendo" i muratori a realizzare le finestre con le misure di quelle recuperate. Il campo era pronto ed il Comune lo intitolò ai "F.lli Kennedy", suscitando in Consiglio Comunale le rimostrane di chi, come il Professor Bartolomeo Giuliano, sosteneva che i Kennedy insieme a tante belle qualità avevano avvallato la guerra nel Vietnam...

Il movimento calcistico locale crebbe ed iniziò l´epoca dei tornei notturni in cui Boves ed Auxilium si contendevano trofei in sfide avvincenti a Cuneo, nel campo dei Salesiani. Nel 1973 l´A.C. Boves organizzò il primo torneo notturno, lo spettacolare canicolare che durò finò ai primi Anni Ottanta . Il resto è storia di oggi. Dopo alcuni campionati disputati in Terza Categoria il Boves vinse il torneo conquistando con onore il diritto a prendere parte al Campionato di Seconda Categoria. Negli anni Ottanta gli sforzi societari consentirono di raggiungere anche la promozione in Prima Categoria.

Di qui in poi la società, alla quale non è mai venuto meno l´entusiasmo, con alterne fortune ha preso parte ai Campionati di Seconda e Prima Categoria. Fra le soddisfazioni più importanti la crescita del settore giovanile che oggi conta su circa 140 giovani (quasi tutti bovesani). Un affiatato staff dirigenziale, unitamente ad un organigramma tecnico di prim´ordine, consentono a tantissimi ragazzi di coltivare un passione rincorrendo un pallone, ed insieme ad esso il sogno della loro vita, quello di un gioco che non finisce di entusiasmare.

a.b. Si ringrazia per la collaborazione Attilio Giroldo, Eligio Baudino, Elso Satta, Adriano Giordano
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